
IL FIUME SARNO
Rec, Mix & Master Marco ‘Marcos’ Pisano
Cover Art Vincenzo ‘Venoki’ Tortora
Data di uscita 27 marzo 2025
“So malato pe chesto te stai ammalanno”.
È questa la frase che chiude Il fiume Sarno, il mio nuovo brano, e ne racchiude il significato più profondo: la salute del fiume è anche la nostra salute. Non si tratta di una semplice metafora, ma di una verità concreta, biologica, quotidiana. Prendersi cura del fiume non è solo un atto di rispetto verso la natura, ma un gesto di tutela verso noi stessi.
Il fiume Sarno non è un’accusa generica, ma un invito collettivo alla consapevolezza. Anche chi non si sente toccato da vicino, anche chi non si cura della sofferenza delle piante o degli animali, dovrebbe riflettere sul fatto che dall’acqua che inquiniamo dipende la nostra vita. L’acqua che scorre nel fiume finisce nei campi, nelle case, nei corpi.
Nel brano, il Sarno prende voce. Si racconta come un essere vivente ferito, accusato, frainteso. Non un mostro, ma una vittima. Non un nemico, ma un elemento vitale del territorio, inquinato e sfruttato da scelte umane irresponsabili. Le strofe, intense e dirette, parlano di industrie che scaricano veleni, di coscienze che dormono, di colpe scaricate altrove; ma non per puntare il dito: piuttosto per invitare a guardare le cose da un altro punto di vista.
Il ritornello, di sapore popolare e arcaico, si ispira a una poesia di Zi’ Peppe ‘e Pigliuocco, figura storica del territorio e voce instancabile per la tutela del fiume. Le sue parole sono diventate cuore pulsante del brano:
“A zumb a zumb e jammarielle
A zumb a zumb e uagliuncielle
A zumb a zumb e ranugnelle
È ‘na ballata e tarantella…”
È una ‘tarantella’ antica e nuova allo stesso tempo. Un canto che attraversa le generazioni, un ritmo che unisce anziani, bambini, rane, pesci, alberi, e persone. Un invito a danzare insieme, verso una coscienza comune.
Con Il fiume Sarno, vorrei ricordare che l’ambiente non è qualcosa “fuori” da noi. Siamo noi. E che salvare il fiume non è solo un gesto nobile, ma un atto d’amore. Un atto di futuro.



