Per Quanta Voglia
Diretto da: Pasquale 16116 Armenante
Fotografia & montaggio: Fortuna De Nardo & Pasquale Sedicicentosedici
Produzione: Nicholas Frei
Record: Maurix @Never Stop Studio
Mix e Master: Jack the Smoker @Caveau Studio
Testo:
Scalo vette musicali mentre scavo abissi personali,
ho perso le ali, fissi me, uno schiavo di ‘ste strumentali.
Mi lancio dappertutto, tento innanzitutto,
chiedo troppo dopotutto? Qualche chance un mic e punto tutto!
Come sto? Sempre così
Addosso ho 100 e più quesiti sapresti rispondermi?
Come osi rincarar le dosi? Prendi o posi.
Amici pochi sin da pupi, non li tosi i lupi.
A me, sì, l’hanno detto già:
“togli la maschera, non è questa la tua realtà!
Ritorna in camera oppure dietro la cattedra!
Non conta qualità piuttosto quanto intascherà!”
Ai miei live non ci venire, il flow da i pugni come li da Raoul.
Finti idealisti spenti,
materialisti a tasche piene, vuote di felicità fanno i potenti.
Tu che aspetti e speri quella chance che ti accontenti,
parli e partono i commenti, moralisti al top di questi tempi.
M’accodo al resto anche se non trovo un nesso.
C’assomigliamo eppure non mi passa il complesso.
Non do colore a questa tela che tesso.
Sento il dolore intanto piegarmi non è concesso.
Ho imparato in fretta a prendermi ciò che mi spetta,
a non pentirmi o darvi retta a non lagnarmi:
“oh che disdetta.”
Per quanta voglia che ci metta,
Il sudore paga solo quando ti lascia il segno sulla maglietta
Il freddo di ieri sera il calore di quella sera.
I lampioni il mare mi scordo di quella sera.
Chi m’ha cambiato, l’amico che m’ha capito.
Due segni sopra la pelle, conto le stelle
insieme a tutte quante quelle cose belle
che vivo nonostante quel pessimo che da sempre
m’accompagna.
Tendo all’autolesionismo che mi prende
già dagli anni da introverso fino a quelli da ribelle,
storielle in cui
mi ripetevo spesso: “qui ci resto secco”,
E non credevo affatto nel mio pezzo.
Scelta che non ha prezzo, Il consiglio tuo l’apprezzo
ma non chiedermi di chiudere il becco
adesso che ci amiamo,
che fa parte del mio quotidiano,
quello che rispondo alla domanda: “ma perché esistiamo?”
Mesi spesi a chiedermi: “ma sono bravo o mi sto solo impressionando?”
Qua mi stringono la mano, strano.
Chi prima mi evitava,
non conoscevo, o almeno prima di uscire col pezzo non mi salutava in strada,
senza problemi chiama.
Se sul marciapiede opposto mi ignorava adesso grida:
“wo frà! Stai spaccando! Il tuo è un gran testo frà!
Si vede che ci tieni, è riflettuto! Ma io l’ho capito frà!”
Che poi per cosa sta sto frà?
Ne Francesco, ne fratello, dov’eri qualche anno fa?
M’accodo al resto anche se non trovo un nesso.
C’assomigliamo eppure non mi passa il complesso.
Non do colore a questa tela che tesso.
Sento il dolore intanto piegarmi non è concesso.
Ho imparato in fretta a prendermi ciò che mi spetta,
a non pentirmi o darvi retta a non lagnarmi:
“oh che disdetta.”
Per quanta voglia che ci metta,
Il sudore paga solo quando ti lascia il segno sulla maglietta.